"Ti voglio bene allo stesso modo anche se la pensi e la vivi diversamente da me"

LA PROFONDITA' DELLA RELAZIONE

..STA NEL PERMETTERSI L'ALTERITA'

La profondità di una relazione si può osservare da quanto due persone si sentono libere di pensarla diversamente l'uno dall'altro/a, potendosi manifestare e accogliere, senza che questo scalfisca le emozioni che li legano (nel rispetto di entrambi).
La relazione può diventare profonda in base a quanto le differenze di ciascuno possono coesistere senza che questo metta a repentaglio la fiducia nell'altro: "c'è spazio per entrambi e il mio spazio non sottrae spazio a te".
La profondità dipende, nel complesso, da quanto la relazione regge la libertà di restare veri e liberi di manifestare il proprio sentire.

E' il "ti voglio bene e ti accolgo per come sei tu.. a prescindere dalle mie paure, dai miei fantasmi, dalle mie aspettative".
Perché "riesco a vederti, al di là di me"
Perché "non reprimo un tuo sentire a causa delle mie paure: posso accoglierti nonostante queste. E se accogliere la tua verità mi fa sentire vulnerabile, mi ricordo di accogliere la mia vulnerabilità: per esempio, la gelosia, la paura di essere abbandonata/o, la paura di sentirmi in difetto, sbagliata/o, in torto.. Il confronto con te può essere allora opportunità per incontrare la mia vulnerabilità e accoglierla".
Accolgo la profondità della relazione se "le mie paure non mi impediscono di vederti e di vedere le tue differenze rispetto a me".

Possiamo prendere il coraggio di tollerare la diversità dell'altro e la profondità della relazione che si viene a creare, nella misura in cui sentiamo di aver maturato una relazione stabile con noi stessi e un sentimento stabile di accoglienza verso di noi.
La stabilità interna si costruisce a partire dalla stabilità del legame creato nell'infanzia con i propri genitori e ha a che fare, per esempio, con quanto sentivamo che mamma e/o papà continuavano a volerci bene anche quando ci rimproveravano, anche quando si arrabbiavano con noi, anche quando dissentivano da noi o ci davano delle regole.. e con quanto continuavano a volerci bene anche quando noi la pensavamo diversamente da loro.
Quanto il legame d'amore "teneva una continuità" a prescindere da tutto, quanto sono stati riconosciuti i nostri bisogni profondi a prescindere dalle loro aspettative?
In base a questo riconoscimento, ci sentiamo naturalmente liberi di essere a prescindere dalle differenze con l'altro e possiamo permettere all'altro di essere a prescindere dalle differenze rispetto a noi: siamo nell'accettazione della verità, di noi e dell'altro. Allora le differenze non minacciano una disgregazione dei sentimenti verso noi stessi e non mettono in dubbio la relazione con l'altro ma anzi, la arricchiscono.
Ma se nell'infanzia è mancato un riconoscimento di noi stessi per come eravamo, un riconoscimento a prescindere da cosa si aspettavano da noi, allora da adulti dovremo essere genitori amorevoli di noi stessi per poter essere liberi; dovremo trovare il coraggio di accettare le parti di noi insicure, piene di vergogna, mortificate, fatte sentire sbagliate.

"Ti permetto di essere nella misura in cui mi permetto di essere".
"Mi permetto di vivermi appieno la relazione con te e scoprirti
nella misura in cui mi autorizzo a vivermi appieno e a sorreggere le mie parti vulnerabili, dando loro conforto e tenendole per mano".

La possibilità del confronto con l'altro diverso da sé, quindi dell'alterità, è prerequisito e motore di una relazione adulta.
La sinergia che si crea a partire dalle differenze di ognuno mobilita entusiasmo, curiosità, attrazione, desiderio, condivisione.. che promuovono un legame in continua evoluzione.

L'alterità (vedere, comprendere e accogliere l'altro) è necessaria nella relazione adulta, così come il rispecchiamento, la conferma ai propri bisogni (vedere, comprendere e accogliere se stessi) erano necessari, da bambini, nella relazione con il genitore.

Quando prevale il bisogno di rifugio e conferma nella relazione, diventa difficile accedere all'alterità: i propri bisogni possono interferire con i bisogni dell'altro, viene meno la reale attenzione verso l'altro, l'alterità può venire scambiata per egoismo o più facilmente può diventare oggetto di conflitto (tenendo conto comunque che c'è una via di mezzo in tutto e che c'è bisogno di uno spazio che contempli i bisogni di entrambi).

Inoltre, quando nella relazione si cercano prevalentemente rifugio e conferma, il tradimento può essere dietro l'angolo, in quanto ci si sta impedendo una relazione adulta che necessita di confronto e alterità (confronto e alterità muovono alla curiosità e al desiderio dell'altro).
Quanto più si ha bisogno dell'altro e della sua conferma per autorizzarci ad essere, tanto meno si può riuscire realmente a "vedere l'altro" e a creare relazione.
In questi casi, ci si impedisce la relazione in quanto si resta fermi in una richiesta verso l'altro.. che invece solo noi potremo soddisfare.



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