Azzardo a dire che si assiste sempre più a una generale perdita di dignità umana e di identità.
Questo porta a un vissuto di precarietà tale da far sentire più deboli e da risultare più soggiogabili e dipendenti dalle richieste e dai dictat esterni. In generale, più inclini all'abuso e alla manipolazione. Più strumentalizzabili, nell'era della strumentalizzazione.
Chiaramente, non sto dicendo nulla di nuovo e, purtroppo, nulla di particolare. Sono parole forti, ma non vogliono essere giudicanti.L'intento è quello di ribadire l'importanza di volgersi a sé e non temere di guardarsi dentro, soprattutto, di guardarsi nei blocchi. Non temere di ascoltare la propria voce, quella voce che fa capolino inaspettatamente.
Per dirla con le parole dell'approccio bioenergetico, assecondare i canoni richiesti (bypassando il proprio sentire autentico) può spezzare il proprio spirito, la propria voce e la connessione all'interno di sé.
Questo lo si riscontra nella perdita di vitalità, di soddisfazione e nella perdita del proprio “silenzio”, ossia della propria risonanza interna, corporea ed emotiva, che connette a sé e agli altri.
Non si tratta di come rispondere all'esterno, ma di coltivare in sé la propria risonanza, la propria vibrazione con la vita e l'ascolto delle parti che si tende a mettere a tacere.
E dirigere le proprie energie laddove possano esprimersi armoniosamente e costruttivamente.
E dirigere le proprie energie laddove possano esprimersi armoniosamente e costruttivamente.
Commenti
Posta un commento
Per commenti e domande sono disponibile a rispondervi personalmente e/o privatamente tramite e-mail.