Come se la vita vera prima o poi busserà alla propria porta

La paura di "star male" e il rifiuto delle emozioni spiacevoli sono tra i "mali" che spesso durano più a lungo.

Fanno sentire senza vie d'uscita, mantengono una condizione di parziale irrealtà, parziale "mancanza di sé", sospensione, attesa.
Come se la vita "vera" fosse semplicemente qualcosa di esterno che prima o poi busserà alla propria porta.
Se certe porte restano blindate, il bussare della vita potrebbe avere il suono del vento: magari non si sente o è appena percepito o spaventa, come fosse uno spettro.
Reprimendo la propria realtà interna (e parte delle proprie emozioni) si può arrivare a capovolgere la realtà, illudendosi che l'esterno possa dare ciò che noi neghiamo a noi stessi.. quale ascolto? Se ci chiudiamo delle porte. Se non "ci" coinvolgiamo.
Ciò che è vitale è incerto, porta con sé l'incognita e il rischio del dispiacere.
Ma il primo grande pericolo non è questo. Bensì è l'eccessiva paura di questo.
L'incertezza e il rischio del dispiacere sono qualcosa di naturale e quotidiano.
Accettare questa realtà ci permette di sentire la brezza di un brivido, la gratitudine per gli incontri che facciamo; ci permette di emozionarci e non tradire la vita che è nel nostro corpo; ci permette di creare ponti e connessioni con quello che ci circonda.
E ci permette di lasciar andare per lasciar crescere, noi e gli altri.

La vita bussa continuamente alle "porte" di noi stessi.
E noi: ci lasciamo "sentire"?



Commenti