Buona ripartenza a tutti noi!
Ho riflettuto su alcuni punti che ritengo importanti, li condivido con voi e, se vi va, che possano diventare oggetto di dialogo e confronto.
Miglioramento.
La diminuzione dello smog e il miglioramento a livello ambientale di questo periodo non è stato ad opera di azioni volontarie e di un progetto comune di decrescita, ma dell'impatto di un virus.
Misura.
Questo virus ci sta insegnando, a caro prezzo, la misura delle cose: l'uomo non può tutto, non può essere padrone di tutto, senza tenere conto della morte che un certo tipo di progresso genera intorno a sé a livello ambientale, senza tenere conto di quanto questa espansione/dominio bruci e porti a una situazione sempre più fuori controllo, dal punto di vista complessivo, ambientale.
Sospensione e riflessione.
Questo periodo di sospensione, di ritiro, è stato un periodo caratterizzato dall'angoscia, un periodo di lutto rispetto alle morti per corona virus e anche rispetto alla “morte” degli equilibri ambientali, ma anche un importante e fecondo periodo di riflessione su tutto ciò.
Lasciarsi “toccare”.
Da troppo tempo l'uomo si è deresponsabilizzato nei confronti dell'ambiente, degli altri animali che vi abitano e anche nei confronti dei suoi simili; la nostra società è sempre più individualista.
Il progresso ha sradicato l'essere umano dalla terra, dalla propria base, dalla propria profondità; lo ha, in una qualche misura, prosciugato emotivamente tanto da bypassare il fatto che molte azioni contribuissero e contribuiscano alla “distruzione” di un equilibrio complessivo del pianeta. Il dominio, il raggiungimento di risultati, il progresso hanno gradualmente allontanato dalla capacità di contattare i propri sentimenti ed empatizzare, fermarsi per osservare. Si è smarrita la capacità di convivere con l'ambiente.
Dal macro al micro. Al di là di come la si possa pensare riguardo alle leggi del governo, a varie fake news che posso circolare, alle falle del nostro sistema, al di là dei numeri, questo non può occultare la presa di coscienza delle morti traumatiche che ci sono state, delle persone che non si sono potute soccorrere, delle persone che sono morte senza l'affetto e la vicinanza fisica dei propri cari; una situazione impensabile ed estremamente tragica.
Che questa fase possa contribuire a una grande elaborazione del lutto: rispetto alle nostre morti, a tutto ciò che è andato perso, a tutto ciò che è stato alterato irreversibilmente e alla dissociazione tra noi esseri umani e l'ambiente.
Restare immuni di fronte a questo e non considerarlo, significa favorirne la reiterazione.
"Lasciarci toccare" e prendere coscienza ci permette di affrontare, per non ripetere, per quanto possibile.. non è semplice: l'uomo agisce in un certo modo e muove verso certe direzioni da troppo tempo; non è semplice fermarsi per provare a cambiare direzione.
Ma tutto parte da una presa di coscienza e da una profonda riflessione al riguardo.
La e il riconoscimento fanno parte di un periodo di incubazione che facilita un cambiamento, una rinascita.. tra l'altro, in questo periodo abbiamo anche vissuto la Pasqua. Questa sincronia tra il tempo e determinati avvenimenti può accompagnarci ulteriormente nel muovere verso importanti passaggi evolutivi.
Convivere.
Il virus ci insegna a convivere con certi aspetti.. si dice “dobbiamo imparare a conviverci”. Già, questo può anche significare, in senso ampio: imparare a osservare e a prendere atto di aspetti che ci riguardano, conseguenze che ci riguardano, riprendere a convivere non solo con i nostri bisogni, ma con i bisogni dell'ecosistema.
Autoregolarsi.
Osservando i cambiamenti ambientali e la fragilità umana di questo tempo, possiamo responsabilizzarci e autoregolarci per il bene nostro e degli altri. Abbiamo bisogno di umiltà, empatia, parità, riconoscimento della fragilità per unirci e responsabilizzarci verso un fondamentale cambiamento e la ricostruzione del senso di comunità.
Personalmente, credo che non esista fake news o mossa del governo o falla a livello sanitario che possa in nessun modo giustificare la mia deresponsabilizzazione verso gli altri e l'ambiente.
Concretamente, riporto le mie considerazioni. Nel mio “micro” posso fare la differenza: muovendomi con cautela e rispetto, adottando misure di sicurezza (a maggior ragione in questo momento in cui esplodono le allergie), osservando l'ambiente intorno e cercando di ristabilire un contatto genuino, scegliendo la qualità alla quantità..l'essenziale, rimettendo in moto la mia bicicletta per spostarmi (quando possibile), camminando, rallentando, tenendo conto del fatto che gli animali si sono avvicinati ai centri urbani e perciò mi muovero' con maggiore attenzione in certe zone; coltivando la fiducia verso una libertà che contempli la libertà altrui.
Libertà.
Negli ultimi decenni ci siamo presi sempre più libertà, libertà che andavano il rispetto dell'ambiente e di molti altri abitanti dell'ambiente, gli animali. Ora reclamiamo la nostra libertà.
Dirò qualcosa che potrà suonare terribilmente impopolare: per me ora è tempo di lasciare la libertà soprattutto a ciò che sta al di fuori di noi, al cielo e alla terra inquinandoli meno, agli animali, che finalmente hanno avuto la possibilità di prendersi più spazio. Ora è tempo di lasciare spazio e accogliere. Non esiste solo la “nostra”, di libertà. Se la nostra libertà inquina o viola la libertà altrui, allora porta in sé qualcosa di fittizio.
Auguro a tutti una libertà ampia, che contempli la salvaguardia dell'ambiente, la memoria di ciò che è e che è stato, l'empatia, l'autoregolazione e la convivenza con quello che ci circonda.
Buoni giorni e buona ripartenza!
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