I comfort e la possibilità di vedere "al di là"

Nel sentirci ospiti di questa terra, ci ricordiamo di vivere pienamente.
Più ci si abitua alla comodità del tutto e subito, una trappola del nostro tempo, e meno ci si accorge degli effetti indiretti e a lungo termine dei propri comfort. Si rischia di perdere il contatto con "ciò che sta al di là", ciò che è oltre il proprio campo visivo, in un certo senso. Si rischia di vedere meno in lontananza.. ma anche di sentire meno in profondità. Il comfort può diventare una bolla che attutisce il reale impatto verso l'esterno.
E' quasi senza accorgersene, che l'essere umano ha provocato, nello spazio e nel tempo, certe derive a livello ambientale.

Non voglio demonizzare i comfort.. è grazie alla connessione internet che posso inviare questo messaggio. Il punto è osservare, sentire dove stanno gli equilibri, affinare l'ascolto e fidarsi del proprio ascolto.
In estremis, sappiamo che si può diventare dipendenti dai comfort e dalle mete, dagli obiettivi, ..dipendenti dallo schermo di un computer, mentre le cose semplici e le emozioni vissute e partecipate non hanno effetti collaterali, non chiedono risarcimenti al corpo ma lo nutrono, hanno la meravigliosa caratteristica di autorinnovarsi e generare. Così, a partire anche da una piccola radice, coltiviamo la nostra pianta.
Più mi sento in sintonia e più questa sintonia si rinnova, traspare e trasmette, più mi sento 
libera-o di esprimere e più favorisco vicinanza nell'altro.
I valori che danno risonanza alla vita non possono essere calcolati, comprati o controllati, perché appartengono a un'altra dimensione, la dimensione del sentire.
A volte, alcuni comfort distraggono.. anche per lungo tempo.
A volte anche il valore della nostra stessa identità.. è distratto dalle mancanze che questa identità ha incontrato.

Tra i momenti più belli della mia vita ci sono i gesti semplici, nei quali tutto il corpo partecipa, sente, respira.. spesso sono stati momenti in cui molti comfort mancavano, momenti in cui c'erano meno ostacoli, interni ed esterni, alla vicinanza. E il dialogo, gli sguardi, gli abbracci avevano il loro spazio.



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