Le imposizioni e le chiusure di locali e luoghi di aggregazione, oltre che essere un duro colpo per il nostro paese, possono anche essere un'occasione per risvegliare l'apertura alla bellezza a km0, il recupero del nostro rapporto con l'ambiente e con forme di aggregazione che non necessitano di troppe mediazioni.
Possiamo scegliere di uscire di casa e incamminarci, nel contatto sussurrato dei nostri passi sul terreno;
sollevare lo sguardo;
vivere sulla pelle la temperatura dell'aria;
sentire quanta gratitudine proviamo per l'ambiente;
chiederci: che ne è dell'ambiente?
A quanti cambiamenti climatici abbiamo assistito ultimamente; quanti duri colpi per l'intero pianeta.
La natura non si supera, controllarla è un'illusione.
La convinzione dell'uomo di elevarsi su gli altri esseri, nella corsa a un progresso che ama se stesso e non vuole confini, è semplicemente qualcosa di distruttivo.
Quanta più vita e meno consumo, se al DOMINIO si scegliesse, un po' di più, l'AFFIDAMENTO all'abbraccio della terra, ai suoi doni?
Quanta bellezza e condivisione rimandiamo ogni giorno?
Quanto l'umiltà renderebbe più liberi?
Può essere questo un buon momento per ri-accostarci a un'armonia che spesso è oscurata tra rombi di motori, scadenze, consumi.
Perché noi del mondo naturale facciamo parte e proprio in contatto con la natura possiamo trovare la nostra misura.
Non possiamo non accorgerci che la terra chiama,
il cielo chiama,
anche il nostro corpo chiama,
all'ascolto e al ritorno al contatto,
alla cura della scissione che ha allontanato l'uomo dal proprio primo e vero mondo.
Possiamo scegliere di uscire di casa e incamminarci, nel contatto sussurrato dei nostri passi sul terreno;
sollevare lo sguardo;
vivere sulla pelle la temperatura dell'aria;
sentire quanta gratitudine proviamo per l'ambiente;
chiederci: che ne è dell'ambiente?
A quanti cambiamenti climatici abbiamo assistito ultimamente; quanti duri colpi per l'intero pianeta.
La natura non si supera, controllarla è un'illusione.
La convinzione dell'uomo di elevarsi su gli altri esseri, nella corsa a un progresso che ama se stesso e non vuole confini, è semplicemente qualcosa di distruttivo.
Quanta più vita e meno consumo, se al DOMINIO si scegliesse, un po' di più, l'AFFIDAMENTO all'abbraccio della terra, ai suoi doni?
Quanta bellezza e condivisione rimandiamo ogni giorno?
Quanto l'umiltà renderebbe più liberi?
Può essere questo un buon momento per ri-accostarci a un'armonia che spesso è oscurata tra rombi di motori, scadenze, consumi.
Perché noi del mondo naturale facciamo parte e proprio in contatto con la natura possiamo trovare la nostra misura.
Non possiamo non accorgerci che la terra chiama,
il cielo chiama,
anche il nostro corpo chiama,
all'ascolto e al ritorno al contatto,
alla cura della scissione che ha allontanato l'uomo dal proprio primo e vero mondo.
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