Seguire noi stessi e fare le scelte che ci spingono dall'interno può sembrare tutt'altro che semplice, se ci è stato detto a lungo di “tenere a posto” delle parti di noi, o se ci è stato imposto di comportarci in un modo che non teneva conto di determinati nostri bisogni, emozioni e attitudini, o se, per vari motivi, i canoni e le richieste esterne sono andati a sostituirsi a parte delle nostre sensibilità e di ciò che avremmo voluto.
Nel momento in cui determinati condizionamenti hanno svilito parte della nostra natura, è possibile che questa natura sia stata occultata persino a noi stessi o confusa con i dettami esterni. Può succedere che determinate richieste non abbiano lasciato il tempo e lo spazio necessario per prendere contatto con i nostri bisogni, tanto da non maturarne l’ascolto o da non sentirli degni di attenzione.
Possiamo osservare tutto questo e riconoscere i condizionamenti che si impongono oggi nella nostra vita, che ci veicolano o contro i quali ci accaniamo.
Con l’ascolto di noi stessi e del nostro corpo possiamo percepire cosa sta al di sotto di questi condizionamenti, cosa ci suscitano, cosa è stato schiacciato o "sostituito".
E attraverso la TRASGRESSIONE a questi condizionamenti possiamo vedere cosa accade e dove l’esperienza ci può portare. E’ l’esperienza che ci restituisce a noi stessi, restituendoci quelle parti mancate di ascolto.
La prima vera trasgressione è ai divieti e alle aspettative che sviliscono la nostra natura e la silenziano, una trasgressione che altro non è se non un ubbidire al nostro essere e alla nostra autodeterminazione, nel rispetto delle libertà altrui.
In questo caso trasgredire previene la TRASGRESSIONE DISTRUTTIVA: quella che alimenta forme di dipendenza e odora di impossibilità, rinuncia, compensazione a ciò che non è stato abbastanza nutrito, accolto, concesso, lasciato libero di crescere.
Le trasgressioni distruttive e dannose si instaurano in conseguenza alle trasgressioni mancate, quelle trasgressioni che avevano la preziosa funzione di preservare la propria UNITA’ e il proprio sviluppo, che non ci si è potuti concedere o non ci si è concessi.
La DIPENDENZA si nutre di RINUNCE e di META’: rinuncia a darsi la possibilità di un’alternativa, rinuncia alla propria autonomia e libertà, rinuncia a un domani differente.
Trasgredite non per distruggere, ma per ritrovare la vostra unità.
Le scelte mancate ci mancano. A volte lo avvertiamo immediatamente, se è preservato il contatto con noi stessi. Altre volte possiamo riconoscerlo dopo molto tempo, quando questo contatto viene recuperato. In ogni caso, è prezioso poterle vedere e, a proprio modo, concedere loro uno spazio, un terreno, un orizzonte. Fino alla possibile scelta di lasciarci andare con fiducia all'incognita di ciò che potrebbe accadere: quella trasgressione, che in un momento della vita si rivela estremamente vitale. Alcune domande.. Le nostre trasgressioni, se proviamo a osservarle da più lontano, ci reprimono o ci aprono? Ci bloccano o ci conducono? Di quali trasgressioni e di quali rinunce necessita realmente la nostra vita? Quanto lasciamo che siano le nostre spinte interne a definirci e a liberare la nostra espressione? Quanto ci lasciamo sospingere con fiducia da ciò che sentiamo? E quanto invece usiamo il controllo? Buone care trasgressioni a tutti!
Nel momento in cui determinati condizionamenti hanno svilito parte della nostra natura, è possibile che questa natura sia stata occultata persino a noi stessi o confusa con i dettami esterni. Può succedere che determinate richieste non abbiano lasciato il tempo e lo spazio necessario per prendere contatto con i nostri bisogni, tanto da non maturarne l’ascolto o da non sentirli degni di attenzione.
Possiamo osservare tutto questo e riconoscere i condizionamenti che si impongono oggi nella nostra vita, che ci veicolano o contro i quali ci accaniamo.
Con l’ascolto di noi stessi e del nostro corpo possiamo percepire cosa sta al di sotto di questi condizionamenti, cosa ci suscitano, cosa è stato schiacciato o "sostituito".
E attraverso la TRASGRESSIONE a questi condizionamenti possiamo vedere cosa accade e dove l’esperienza ci può portare. E’ l’esperienza che ci restituisce a noi stessi, restituendoci quelle parti mancate di ascolto.
La prima vera trasgressione è ai divieti e alle aspettative che sviliscono la nostra natura e la silenziano, una trasgressione che altro non è se non un ubbidire al nostro essere e alla nostra autodeterminazione, nel rispetto delle libertà altrui.
In questo caso trasgredire previene la TRASGRESSIONE DISTRUTTIVA: quella che alimenta forme di dipendenza e odora di impossibilità, rinuncia, compensazione a ciò che non è stato abbastanza nutrito, accolto, concesso, lasciato libero di crescere.
Le trasgressioni distruttive e dannose si instaurano in conseguenza alle trasgressioni mancate, quelle trasgressioni che avevano la preziosa funzione di preservare la propria UNITA’ e il proprio sviluppo, che non ci si è potuti concedere o non ci si è concessi.
La DIPENDENZA si nutre di RINUNCE e di META’: rinuncia a darsi la possibilità di un’alternativa, rinuncia alla propria autonomia e libertà, rinuncia a un domani differente.
Trasgredite non per distruggere, ma per ritrovare la vostra unità.
Le scelte mancate ci mancano. A volte lo avvertiamo immediatamente, se è preservato il contatto con noi stessi. Altre volte possiamo riconoscerlo dopo molto tempo, quando questo contatto viene recuperato. In ogni caso, è prezioso poterle vedere e, a proprio modo, concedere loro uno spazio, un terreno, un orizzonte. Fino alla possibile scelta di lasciarci andare con fiducia all'incognita di ciò che potrebbe accadere: quella trasgressione, che in un momento della vita si rivela estremamente vitale. Alcune domande.. Le nostre trasgressioni, se proviamo a osservarle da più lontano, ci reprimono o ci aprono? Ci bloccano o ci conducono? Di quali trasgressioni e di quali rinunce necessita realmente la nostra vita? Quanto lasciamo che siano le nostre spinte interne a definirci e a liberare la nostra espressione? Quanto ci lasciamo sospingere con fiducia da ciò che sentiamo? E quanto invece usiamo il controllo? Buone care trasgressioni a tutti!
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