Atena e Medusa sulle tracce del femminile

Dal libro 'Il corpo-parola delle donne' di Buzzatti e Salvo:
"Medusa dimora al di là dell'Oceano, sul confine ultimo della Notte, alle porte dell'Ade" Teogonia, Esiodo.
E' la guardiana TRA i due mondi: quello dei vivi e quello dei morti, quello delle cose visibili e quello delle cose insostenibili allo sguardo, quello dell'ordine e della ragione e quello della dismisura e della follia. La natura di Medusa è doppia e ambigua. Angelica, seduttiva, spaventevole.
La sua figura fa emergere le stesse sensazioni che suscita quanto ha a che fare con la sessualità, quanto ci ricorda che siamo nati e siamo incisi nella morte.

Un'altra figura femminile emanerà la sentenza della fine di Medusa, guidando Perseo a ucciderla. Questa figura è Atena: "Non c'è madre che mi abbia dato la vita. Il mio cuore va sempre dalla parte degli uomini, purchè non si tratti di nozze".
Atena incarna l'intelligenza, la ragione, la filosofia, ma è anche divinità guerriera che conosce la forza, la strategia; Dea virile, indica la via di un pensiero, un logos volto alla necessità del governo e della conquista.

Medusa in origine era una bellissima fanciulla che venne prima violata da Poseidone e in seguito trasformata, dalla Dea "ragione" Atena, in gorgone, mostro, il cui sguardo pietrificava chiunque la guardasse.
La lettura di questo mito può aprirci a diverse emozioni e riflessioni
Provo a esplicitarne alcune, ovviamente personali e in evolversi:

La figura di Medusa gorgone sembra sostare alle porte dell'inconscio. 
In lei sembrano confluire differenti aspetti viscerali dell'animo umano che hanno a che fare con la sessualità, l'aggressività, la disperazione, la paura e il terrore, fino alle memorie traumatiche impresse nello sguardo e nel corpo.
Medusa può rappresentare, dunque, anche il proprio "femminile traumatizzato": una sessualità e un'aggressività femminili dissociate a causa del trauma; l'esito di una carica sessuale e aggressiva che in diversi modi è stata minata, repressa, depredata, stroncata, e che non riconosciuta resta da un lato pietrificata, dall'altro lato fuori controllo; energia, vita e bellezza rese inaccessibili e deturpate, da riaccogliere e riportare a sé.

Tornando al testo: "L'uccisione di Medusa rappresenta l'uccisione della sessualità femminile impensabile, il trionfo contro la genealogia femminile, ma anche contro il godimento della donna; ..le tattiche di una ragione che, con la sua luce bianca sempre alla ricerca di artifici per evitare la contaminazione con la materia, domina annienta e distrugge.
La determinazione ad evitare ad ogni costo la contaminazione con ciò che perturba e inquieta, finisce spesso per costruire nuovi e più terribili oggetti di spavento".

Questa interpretazione mi conduce a diversi temi, sia dal punto di vista intrapsichico che sociologico:
- il trionfo di un femminile virilizzato/mascolinizzato su un femminile originario, che viene così devitalizzato nella sua naturale espressione aggressiva ed erotica.
- La prevaricazione su un femminile ritenuto minaccioso.
- La lotta fra logos/ragione e materia/corpo/sentire.
- L'antitesi tra ciò che sta alla luce e ciò che è sotterraneo, profondo, misterioso, percepito come spaventoso e non controllabile.
E quanto altro..

Noi donne, se orientate dalla sola ragione, rischieremmo di uccidere la nostra Medusa e tutta la carica che conserva, bloccheremmo l'accesso a parte della nostra soggettività, della nostra energia, visceralità, l'accesso a un universo imprescindibile. Un altro discorso può riguardare il fatto che "mascolinizzarci" (per noi donne) nel modo di pensare e agire, non è la soluzione migliore per autorizzarci a parlare e ad affermarci.
Altra considerazione, seppur ovvia: l'antitesi fra maschile e femminile è votata al fallimento, alla repressione o a un'amputazione di sé, sia che siamo donne o che siamo uomini. 

Fare spazio a sé e ai vari aspetti di sé contempla la costruzione di un luogo che possa andare oltre la paura, la prevaricazione e la rivalsa, un luogo dove si comprenda quanto l'accoglienza possa lenire, far respirare, sciogliere, consolidare, arricchire… e dove possano convivere la propria paura, i propri turbamenti, le proprie passioni, il proprio sentire, la propria naturale "carica" aggressiva, sessuale, e la possibilità di unire tutto questo alla ragione e alla determinazione.
..lasciare che la nostra Medusa cammini, mano nella mano alla nostra Atena.










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