Nella propria vita, la CONQUISTA, quante volte è frutto di una sfida, quante di un ascolto?
A quale dei due la precedenza?
Quanto e come comunicano fra loro?
La sfida dà motivazione, alimenta l'adrenalina. Ma quando si frappone fra se stessi e il proprio ascolto rischia di riportare periodicamente al punto di partenza.
Meno male che c'è il corpo a ricordarcelo, nostra prima realtà fondante, attraverso sensazioni, sintomi, ciò che ci accade.
Finchè il traguardo esterno è legato al valore interno di sé, si gira in tondo, si è in trappola.
La sfida può render ciechi.
La conquista legata all'ascolto di sé ha a che fare con l'intenzione di viversi. E' un onorare la propria vita e il fatto di esserci. Sposta l'attenzione dall'aspettativa a sé stessi.
L'ascolto è un balsamo, riporta a riva, ridimensiona, dà tregua, consente compiere le proprie, di scelte. Ristabilisce e conforta. Apre gli occhi e il respiro.
L'aria di vacanza favorisce l'ascolto, il ritorno alla propria fonte. "Ci ricorda noi stessi".
Con il contatto e l'appoggio dell'ascolto (di noi) possiamo camminare.
Il traguardo fa parte della vita, ma non deve distogliere dal sapore dell'appoggio di ogni passo, perché questa è la vita.
E' con gli occhi aperti che si può vedere, è con il respiro che si può sentire.
Avere il coraggio di seguirsi porta a fare esperienza di sé, a stupirsi, a provarci, a tollerare l'incognita e la paura, a darsi tempo. Con le aspettative prese in prestito non è detto che si cammini sul proprio terreno.
A quale dei due la precedenza?
Quanto e come comunicano fra loro?
La sfida dà motivazione, alimenta l'adrenalina. Ma quando si frappone fra se stessi e il proprio ascolto rischia di riportare periodicamente al punto di partenza.
Meno male che c'è il corpo a ricordarcelo, nostra prima realtà fondante, attraverso sensazioni, sintomi, ciò che ci accade.
Finchè il traguardo esterno è legato al valore interno di sé, si gira in tondo, si è in trappola.
La sfida può render ciechi.
La conquista legata all'ascolto di sé ha a che fare con l'intenzione di viversi. E' un onorare la propria vita e il fatto di esserci. Sposta l'attenzione dall'aspettativa a sé stessi.
L'ascolto è un balsamo, riporta a riva, ridimensiona, dà tregua, consente compiere le proprie, di scelte. Ristabilisce e conforta. Apre gli occhi e il respiro.
L'aria di vacanza favorisce l'ascolto, il ritorno alla propria fonte. "Ci ricorda noi stessi".
Con il contatto e l'appoggio dell'ascolto (di noi) possiamo camminare.
Il traguardo fa parte della vita, ma non deve distogliere dal sapore dell'appoggio di ogni passo, perché questa è la vita.
E' con gli occhi aperti che si può vedere, è con il respiro che si può sentire.
Avere il coraggio di seguirsi porta a fare esperienza di sé, a stupirsi, a provarci, a tollerare l'incognita e la paura, a darsi tempo. Con le aspettative prese in prestito non è detto che si cammini sul proprio terreno.
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