"Fiammiferi esterni" che ci accendono: che farne?


..perciò, lascia andare il fiammifero, lascia che esista, non sprecare energie in un luogo non idoneo.
Torna a te, che vieni prima di ogni fiammifero, senti dove muove quella carica aggressiva, con che cosa si va a scontrare, con quale parte di te è in conflitto. Ognuno può avere dentro di sé delle parti che muovono verso direzioni differenti, a volte opposte ..e a volte queste parti si fanno la guerra. Guerra che è portata in scena attraverso il sintomo, il blocco o la reattività. Dov'è il conflitto? Trovalo, osservalo, sentilo. Ascolta le ragioni di ogni parte, permettiti di lasciarle esistere entrambe. Accogli la sfida fra loro: arrenditici. Negarle o zittirle le farebbe “arrabbiare” ulteriormente, alimenterebbe il conflitto in te.
Le parti inascoltate di sé possono tenere-trattenere molta rabbia: energia compressa, stagnante, condensata in forma di tensione cronica, liberata a intermittenza, oppure negata e sradicata dal suo diritto “a esistere”. Ogni parte sta difendendo un bisogno/una causa importante per sé, anche se forse esagera. Esagera perchè non riceve l'attenzione che vorrebbe, da te.
Osservare le parti aiuta a comprenderle e a mediare la loro influenza dentro di sé. Una volta comprese potranno poco per volta rasserenarsi, sentirsi protette e integrarsi a quel tutto che tu sei, che in origine eri: integro e vitale, unito in te. Ogni dito puntato che ti dai, ogni giudizio verso te stesso potrà riportare queste parti in uno stato di tensione, allarme, chiusura, inibendo la tua energia. Succede. Come può succedere, in un secondo momento, di accorgersi di essere stati severi con se stessi.
La morbidezza e la grazia del corpo ha a che fare con la tolleranza e l'accoglienza di sé, con quanta “parte” di sé è accettata e integrata.

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