Cosa "muove sotto", qual’è il motore che ci porta a "fare bene" una cosa?
Possiamo diventare bravissimi in una cosa perché ci piace molto e la sentiamo nelle “nostre corde”; in questo caso, ciò che facciamo ci fa stare bene e ci “nutre” di soddisfazione: è appagante e non c'è pretesa verso noi stessi (né verso gli altri); possiamo dire che siamo in contatto con ciò che stiamo facendo, con la realtà del qui e ora.
Quando invece diventiamo bravissimi in una cosa per compiacere o esaudire le aspettative di altri o per ottenere riconoscimento o approvazione che ci mancano, allora quel “essere bravi” potrebbe non bastarci mai, potrebbe diventare una sfida, una rincorsa a un traguardo, che chiama un altro traguardo e così via. Mossi dal bisogno anziché dal desiderio, non troviamo confine o arrivo, non ci basta mai (siamo immersi in una sfida con noi stessi, non in contatto con ciò che stiamo facendo). Potremmo così scoprirci soli o insoddisfatti, una volta raggiunta la punta di questo traguardo, in quanto ciò che facciamo non è alimentato dal nostro piacere in primis, ma è guidato principalmente da un riconoscimento esterno. Il nutrimento si rivela fittizio. Pensiamo a quante “star” o a quanti “big”, raggiunte le più alte vette, vanno in depressione oppure oscillano fra esaltazione e depressione, per esempio.
Perciò, quello che facciamo si rivela “soddisfacente” in base a quanto siamo “diretti dall’interno oppure dall’esterno”. Ossia, lo facciamo principalmente per gli altri o per noi?
E’ con noi stessi che vivremo tutta la vita ed è a noi stessi che dobbiamo rendere conto (prima di tutto) se qualcosa va storto. Qualsiasi scelta che intraprendiamo può rivelarsi produttiva in base a quanto teniamo conto di noi stessi e di cosa sentiamo.
L’essere diretti dall’interno non è da confondere con l’egoismo, in quanto: più siamo in uno stato di benessere e rispetto delle nostre scelte e più stanno bene le persone intorno a noi. Seguire noi stessi ci porta a incontrare naturalmente chi si avvicina al nostro modo di vivere e sentire e a sintonizzarci con situazioni che fanno per noi.
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