COSA ACCADE QUANDO SI PRATICANO GLI ESERCIZI BIOENERGETICI?

Praticare gli esercizi bioenergetici in maniera spontanea, non forzata o meccanica, ha l'obiettivo di lasciar emergere la verità del corpo, di decondizionare il nostro organismo e così noi stessi (dai condizionamenti esterni, che vengono poi interiorizzati) per ritrovare la ricchezza delle sensazioni e delle emozioni, riattivando i naturali processi energetici e metabolici dell'organismo. Decondizionare è un processo che si avvia con la pratica costante e porta ad una graduale apertura di sè (a livello psichico) e all'allentamento delle tensioni muscolari (a livello fisico), promuovendo un nuovo equilibrio. Liberando le tensioni aumenta la propria capacità espressiva, il piacere e la soddisfazione, la vitalità e la consapevolezza di sè.
Ecco alcune parole chiave per comprendere meglio queste attività.



Grounding. La posizione base di queste esperienze è il grounding, un "posarsi in sé stessi" che consente di percepire maggiormente lo stress e le tensioni accumulate nel corpo, ma allo stesso modo porta verso l'allineamento e la centratura. In questa posizione si approfondisce la solidità dell'appoggio del proprio corpo, la stabilità derivante dallo "stare sulle/nelle proprie gambe", sia in termini di equilibrio fisico che psichico. Si coltiva la percezione del sostegno stabile della terra, il sentirsi "con i piedi per terra". 
Sentirsi radicati favorisce la propria lucidità, la presenza, la tolleranza di sé e delle proprie emozioni, la padronanza, mentre diminuisce il bisogno di tenere sotto controllo
Possiamo paragonare il nostro organismo a una pianta: più forti e profonde sono le sue radici e più potrà crescere, protendere i suoi rami ed essere resistente alle intemperie. Così, più noi siamo radicati e più siamo liberi di esprimerci e aprirci alla vita. 
Stare in "grounding", o "essere radicati", significa essere in contatto con la propria realtà interna ed esterna; significa ritrovare il proprio baricentro per toccare i propri reali bisogni ed emozioni.



La vibrazione. Si presenta con tremori più o meno evidenti. È dovuta all'aumento della carica energetica all'interno dei muscoli e si libera quando si sblocca una tensione; è energia che si riattiva e fluisce. Può farci sentire inizialmente destabilizzati, come se si perdesse il controllo (effettivamente è un "lasciar andare"). Se lasciata fluire, aumenta la nostra capacità di sentire e tollerare sensazioni e sentimenti, piacevoli e spiacevoli.

Un organismo sano è in costante stato di vibrazione interno, non percepibile: dal momento che è vivo, è in moto costante. La vibrazione che si attiva praticando gli esercizi è favorita da esercizi "di carica". 

La vibrazione può essere più brusca e grossolana quando l'energia incontra blocchi o tensioni, quindi degli ostacoli al suo flusso. Mano a mano che queste tensioni vanno verso lo scioglimento e aumenta la nostra tolleranza e l'espressione di ciò che di noi emerge, la vibrazione diventa allora gradualmente più fluida e sottile.

Praticando queste attività, si potrà notare come la vibrazione parta dal basso: dai piedi, sale nelle gambe e, sbloccando le varie tensioni, si dirama nel corpo. Aumentando lo stato di vibrazione, aumenta la vitalità e la libertà espressiva dell'organismo; aumenta il nostro sentirci allineati, centrati, uniti. 



Ciclo di carica e scarica energetica: sono due funzioni naturali dell'organismo, che vengono ricercate negli esercizi bioenergetici. L'organismo ha bisogno di alternare queste due funzioni, che corrispondono all'alternarsi naturale del sistema nervoso simpatico e parasimpatico; seguire questo ciclo consente di riattivare le funzioni metaboliche e i processi energetici naturali.

Si tratta di consentire al corpo di caricarsi e quando la carica è in eccesso di scaricarla. Senza una buona carica non ci può essere una buona scarica. Allo stesso modo, senza una buona espirazione non può esserci una buona inspirazione e viceversa. Il blocco di questo ciclo naturale è alla base dell'ansia e di disturbi respiratori. A questo blocco si collegano naturalmente contenuti emotivi significativi che sono radicati e trattenuti nel corpo.


La respirazione che si propone negli esercizi è spontanea, non soggetta a condizionamenti; l'indicazione è quella di non interferire con il respiro, ma osservarlo, sentirlo e viverlo. Lasciar andare il controllo. E' non interferendo, ma lasciandoci condurre dalla saggezza del corpo, che ritorniamo a noi. Il respiro libero consente di toccare e sbloccare tensioni, liberando sensazioni ed emozioni.



Uso spontaneo della voce e dei suoni del corpo. Liberare la voce spontaneamente aiuta a liberare la tensione e i suoi contenuti psichici, per poter sperimentare sensazioni prima bloccate. L'indicazione è quella di non interferire con l'emissione dei suoni e con la respirazione. Non forzare. E' un lasciare che... Liberare il suono quando si avverte la tensione produce una risposta immediata nella respirazione, che si colloca a un nuovo livello e permette un ampliamento del sentire.



Contatto. Il contatto fisico che diamo a noi stessi e che riceviamo dagli altri è nutrimento, fisico e psichico, per l'organismo; è un bisogno fondamentale dell'essere umano, riattiva il sistema nervoso parasimpatico, liberando coline ed endorfine. L'organismo quando riceve una qualità adeguata di contatto tende a placarsi e può riattivare stati dell'essere significativi, a volte dimenticati: immagini, ricordi, emozioni.



Esercizi relazionali ed espressivi. Sono quegli esercizi in cui interagiamo con l'altro, a livello corporeo e verbale; in cui manifestiamo bisogni ed emozioni. In particolare, gli esercizi espressivi consentono di esprimere il nostro sentire, la protesta, il bisogno, la cui espressione viene di solito inibita (inibizione sostenuta dalle tensioni muscolari).

Quando questi esercizi sono eseguiti a coppie, l'altro si pone come testimone al quale noi manifestiamo questi vissuti, egli non è davvero la persona alla quale stiamo rivolgendo questi contenuti, ma proiettiamo su di lui ciò che vorremmo esprimere verso una persona per noi significativa (magari un genitore).

Si tratta dell'emergere di una parte di noi, alla quale diamo riconoscimento. Esprimere i nostri bisogni consente di integrarli, di lasciar andare la tensione in eccesso e non agirli realmente verso la persona interessata. Integrandoli, questi bisogni si esprimeranno in maniera maggiormente costruttiva nella vita reale.

L'emozione bloccata dentro, una volta portata all'esterno, libera il corpo all'apertura e consente all'energia bloccata di riattivarsi.



Emozioni piacevoli e dolorose. Praticando gli esercizi, inizialmente, il sentire passa spesso  attraverso la tensione fisica che, mano a mano che viene sciolta, va a lasciare spazio al piacere. In superficie c'è la corazza, la difesa, che ci protegge per non sentire dolore, ma che ad esso è legata e a causa di questo si è strutturata.

Se questo dolore non viene portato fuori, rimane dentro, stagnante ed è responsabile di malesseri e condizionamenti che non ci consentono di vivere/esprimerci liberamente. Liberare il dolore ci consente di aprirci maggiormente alle sensazioni e alle emozioni piacevoli e tenere (l'amore, la gioia, la voglia di essere pienamente vivi). Queste emozioni si incontrano quando si va in profondità, nel nucleo della nostra interiorità; esse sono legate alla nostra reale essenza, sono oltre i condizionamenti.



Perciò... un augurio nel dare ampio respiro a noi stessi e alla nostra vita!  


Commenti